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Racconto Europei

19 05 2012

Inserito da Sabato 19 Maggio 2012 alle ore 10:43am

Oggi vi presentiamo l'esperienza degli europei vissuta e raccontata da Long Marco Bao. Buona lettura.

 

Nota preliminare: questo articolo, non censurato e assolutamente genuino rappresenta una sorta di diario di viaggio del nostro europeo a Parigi. Come ogni diario che si rispetti, non è stato soggetto a chissà quale correzione o filtro. Ne tantomeno ho censurato il mio pensiero e le mie emozioni. Credo sia più veritiera un’analisi critica ma spontanea piuttosto che un piatto ed anonimo articolo “politically correct”. Lungi da me comunque offendere chiunque. 

Inoltre, racconto le emozioni delle persone che ho conosciuto e visto. Non ho potuto raccontare le esperienze di altri condiscepoli italiani perché non le ho condivise. Ho chiesto se qualcuno avesse 2 righe da mandarmi ma il tempo si sa, è tiranno!

 

A due anni di distanza da quell’orgia di sorrisi, abbracci ed emozioni regalate dal primo Europeo di Viet in Italia, si ritorna a parlare a livello internazionale per quanto riguarda le gare di arti marziali vietnamite. Non è la prima volta che il Viet Vo Dao sbarca a Meaux (si pronuncia Mò.. “Curioso popolo quello Francese”, avrò modo di dire il buon Gabri “Per dire due lettere ne usano 5!”), nella vastissima e, lasciatemi dire, desolatissima periferia di Parigi. Già nel 1998 si era sbarcati da queste parti per un Europeo di cui pochi si ricordano. Io ero una piccola palletta di lardo che arrivò terz’ultima: di li nacque la mia voglia di riscatto, da li iniziai a sognare un europeo da protagonista, da li venne fuori l’idea, apparentemente assurda, di organizzare un Europeo in casa (“Non ce la possiamo fare Marco!”.. Illusi!! Di ciò ringrazio ancora i miei complici: la mia famiglia, il mio Maestro e il mio compagno di marachelle Tomas), ma questa è un’altra storia.

La partenza è vissata per venerdì 6 aprile: la nostra personalissima via crucis (visto la data) parte da Venezia, aeroporto Marcopolo. Il volo Easyjet che ci imbarca è stracolmo è ¾ siamo noi Vo Sinh: di ciò dovremmo essere tutti grati a mia sorella Bao Giulia in arte Congo, che da dirigente sportiva navigata ha organizzato fino all’ultimo dettaglio la trasferta, investendoci tempo e denaro (che speriamo prima o poi gli venga restituito!).Arriviamo quand’è quasi notte in terra di Francia. Il tempo per qualche foto di rito e via in pullman fino a Meaux.

Alloggiamo in una singolare struttura, tipo Motel da film horror americano. In realtà non avremmo molto tempo per soggiornare nei nostri regali alloggi, pertanto va benissimo così.

Il primo vero e proprio shock è l’orario di ritrovo per l’indomani: 07.30. In realtà sarà tutto piuttosto inutile. Alle 8, infreddoliti come non mai (che non andavamo alle Sheychelles era chiaro, ma non ero preparato a tanto freddo, persino dentro il palazetto) siamo in palazzetto, ma, sfortunatamente non c’è nessuno. Tra una cosa e l’altra si faranno le 10 prima dell’inizio della Gara. In questo lasso temporale facciamo in tempo ad iscriverci, sfilare, scaldarci, raffreddarci, appisolarci, svegliarci e, per quando mi riguarda, ricevere la seconda mazzata (dopo il risveglio alle 6.30): il controllo peso. Ingenuamente, per proteggermi da freddo, vado a pesarmi con cappotto, felpa, scarpe (e scoprirò poi tasche piene di cellulare e macchina fotografica), certo che la simpatica addetta al controllo peso mi faccia spogliare, con stupore mi rendo conto che in realtà mi invita a pesarmi così. L’ago della bilancia arriva a vette mai toccate ma, certo di un intervento, guardo chi di dovere che mi sorride e mi fa “Oui, oui” e mi fa cenno di stare tranquillo. Alla fine mi sconterà di tutto un paio di chili, mettendomi però nella categoria superiore di peso. Morale: tante verdure, zero zuccheri e zero alcool per arrivare a 67,8 e mi tocca tirare con quelli di quasi 80 chili. Parte male, malissimo.

Le gare di forma iniziano subito dopo il saluto iniziale, durante il quale sfiliamo rendendoci conto che noi italiani (provenienti da Veneto, Lombardia e LevD’A) siamo quasi più numerosi dei padroni di casa. Soddisfazione per essere la compagine italiana più numerosa in terra di Francia dai tempi di Giulio Cesare, Asterix e Obelix. Sperimo in un differente risultato.

I primi a gareggiare sono gli Juniores. Fra questi spicca nettamente il vivaio della Palestra Bao Lan,  ragazzi tirati su fin da bambini, con molta pazienza, da Bao Giulia. Anita, Francescaroma, Elisa, Matteo, Leonardo, Margherita etc, sono quasi tutti nomi già sentiti nelle nostre gare regionali e nazionali. Ragazzi che sono arrivati da bambini e hanno completato il loro percorso di crescita fino ad arrivare al “grande appuntamento” e portare a casa importanti medaglie ed esperienze.

Tocca ai seniores ed è uno spettacolo vedere la nostra doppietta fra i maschi cinture bianche. D’Elia Federico (Treviso) vince di misura su Gabriele D’Andrea (Padova). Dietro di loro un abisso tecnico. Buona anche la prestazione di Volpin Federico, ai piedi del podio (nonostante pezzi di forma completamente inventati).

 

Inizia poi il grande spettacolo delle cinture nere. A sorpresa in questa categorie l’eroe di giornata non sarà il nostro astro nascente, Bao Quoc Riccardo, ma nuovi vecchi eroi: sono gli ori di Tomas Maniero (Padova) e Paolo Corticelli (Treviso) le più liete sorprese di giornata, segno che, almeno nel Viet Vo Dao, l’impegno e la dedizione pagano. Bellissime storie. Per quanto riguarda il sopracitato “cugino” c’è da fare un discorso a parte: incappa nella classica giornata storta. E’ preparato ed in forma, si muove bene, con eleganza, dando impressione di divertirsi. Ma da una parte deve far fronte ad un Jorge Belinha (il nostro amico portoghese, autentica “star” dell’Europeo) in giornata stepitosa, dall’altra deve misurarsi con l’incomprensione di un nuovo amico tra i giudici francesi. Va bene la differenza di opinioni, ma quando c’è sempre una discordanza di almeno 1 punto da tutti i giudici, qualcosa non va (apriremo poi il capitolo 3° shock: arbitraggi). Ci sta, ovviamente. E’ lungi da me fare polemica: è solo per spiegare la giornata di Ricky: alla fine due argenti ed un bronzo per lui nelle gare individuali. Fra gli uomini ottimi anche le giovani leve: Luca D’Elia, Bao Carlo, Davide Friso..

Nella femminile,come previsto alla vigilia, si assiste all’autentico monologo di Bao Phale. Con apparente facilità trionfa in numerose categorie. Unica nota storta, la scarsa partecipazione nelle gare femminili: troppo poche iscritte (di cui molte italiane) per rendere “interessante” la competizione, e per dare le giuste soddisfazioni alle coraggiose partecipanti. Ci si dovrà lavorare ed insistere con le nuove leve. Ottimo anche il 2° posto della cintura nera Antonella Bazzolo.

La logorante giornata di sabato si chiude con le gare a squadre (solo per cinture nere). Nella femminile a trionfare è la squadra tutta padovana Bao Giulia, Bao Phale. Spigariol Alessia, alla quale manca clamorosamente il bis nelle categorie di armi per scelte abbastanza discutibili.

Capitolo uomini. A me ed al mio socio Tomas Maniero, non riesce il tris: dopo i successi di Heidelberg e Padova dobbiamo arrenderci allo strapotere svizzero. Secondi a sorpresa i giovani D’Elia, Friso e Bao Carlo, terzi noi con Bao Riccardo. In squadra con i miei due cugini, poi, siamo di nuovo battuti dagli svizzeri nella categoria ad armi. Portiamo a casa un 2° posto, con la nostra forma di doppio long gian, alle spalle del tris svizzero, spettacolarmente a tempo in tutte le loro prestazioni!

A fine giornata, stanchi stremati veniamo trasportati in un hotel ammassati dentro un camion da traslochi.. Esperienza alquanto singolare e divertente, nonché pericolosa.. Serata libera per rifocillarsi e cibarsi e a letto tutti presto (dopo una birretta smezzata per rimanere lucidi, ma aver il gusto buono in bocca).

La sveglia del giorno dopo è ancora peggio, se possibile. Ore 7.00 tutti in piedi. E’ Pasqua, ma niente pranzi in vista. Niente agnelli, niente uova, niente grigliata. Oggi solo mazzate.

E’ un po’ triste notare come la squadra dei combattenti fosse di molto inferiore rispetto a quella di chi ha fatto forme, cosìccome è triste vedere come chi ha già finito le sue gare, non abbia contraccambiato la partecipazione dimostrata dai combattenti durante le gare di forme, e se ne siano rimasti a letto o siano andati in giro. Nota di merito invece per i tanti che si sono svegliati presto solo per venire a supportarci. Ed eccoci arrivati al fantomatico 4° shock: i combattimenti. Se le gare di forma possono aver lasciato opinioni discordanti ma, in linea di massima, si sono svolte in maniera piacevole e con un tasso tecnico piuttosto alto, ciò non si può dire per i combattimenti.

L’insolita forma con griglia e corpetto alla mò di Jeeg robot d’accaio rappresentano un passo indietro di almeno 10 anni: 1. Non servono per proteggere, o meglio, non servono se vengono utilizzati come un tacito consenso a tirare senza controllo e senza tecnica. Si fossero dati più richiami, si fosse educato la gente a combattere bene non sarebbero state necessarie queste protezioni 2. Non premiano la tecnica: premiano l’aggressività vuota e priva di ogni tipo di tecnica. Una persona che non sa combattere ma ha molta aggressività repressa, con questi mezzi può attaccare in maniera confusionaria e senza controllo, senza sentire il minimo fastidio per i colpi “corretti” che gli vengono portati contro 3. Sono obsoleti e di fatto non rappresentano un progresso ma un ritorno al passato nella sua peggior accezione. Il risultato è: incontri brutti, scorretti, senza tecnica; infortuni evitabili ed incomprensibili alla luce delle protezioni utilizzate; spettacolo pessimo; soprattutto a livelli bassi non ha mai vinto il miglior combattente, ma il più sporco. Nella mia vita ne ho visti tanti di combattimenti e ci potrei scommettere: togli la griglia e ¾ dei megagliati di Meaux non arriverebbero a fine round. Un anonimo grado alto delle nostre parti, guardando un incontro in cui 2 cinture bianche si stavano menando di santa ragione, senza nessuna tecnica, ha sentenziato amaramente “Sembra di essere tornati indietro di 20 anni”. Urge riflettere su queste cose e cercare un’evoluzione positiva!

Alla luce di ciò, i risultati dei nostri combattenti sono altalenanti: buon 3° posto di Federico D’Elia (Treviso), ottimo 2° di Gabriel D’Andrea (Padova). Entrambi non rinunciano alla loro tecnica, a discapito dei risultati. Continuano a tirare calci precisi e controllati e pugni richiamati e coordinati, mentre tutt’intorno la gente si scatena con lo “stile libero”: immaginatevi un nuotatore che nuota a stile libero; mettetelo in posizione eretta; fatelo correre avanti e dietro; togliete l’acqua ed eccovi un quadro preciso della situazione.

Fra le nere, per fortuna, ci pensa Adam. Nella mia nuova categoria, l’Italia è rappresentata da un Marco Botosso e da altri due ragazzi della LevD’A dei quali purtroppo non ricordo il nome (Scusate =(!!  ) e dai tre cugini Bao. Siamo tantissimi, 32 per l’esattezza. Lecito domandarsi se quindi non sarebbe stato meglio pesare la gente in maniera più corretta o dividere in maniera diversa le categorie. Al primo, lunghissimo turno, passiamo quasi tutti. Io sono, fra l’altro il primo in assoluto a tirare e, rompo il ghiaccio contro un esperto tedesco. Mi prendo solo due righe per descrivere come sia stato liberatorio vincere quel incontro. In sostanza era il primo incontro serio dopo Alicante: sul groppone avevo quasi 2 anni di rimuginare su quel disgraziato primo turno al mondiale Iska dove, senza sapere bene come, in totale abulia, persi un incontro molto semplice, nel mondiale per il quale ero più preparato. Liberatomi di tutta la tensione pre-incontro mi metto a macinare un po’ anche io contro un avversario che non fa di certo della tecnica e del controllo i suoi punti forti. Avanti anche Ricky contro un tedesco e Carlo contro nessuno (avversario assente). Il secondo turno, gli ottavi di finale da un giro di vite alla squadra italiana: io batto un simpaticissimo e appassionato rappresentante del Marocco, Ricky cade contro l’immenso Adam (il polacco) ma viene ripescato e batte…suo fratello, mentre pure io vengo inizialmente sconfitto all’extra round dal ragazzo della LevD’A (incontro onestamente inguardabile). Ripescato come miglior perdende batto proprio Ricky in semifinale e, come nello scorso europeo mi guadagno la finale con Adam (che dopo aver messo KO numerosi avversarsi, stende pure il generoso ragazzo della LevD’A –alla fine terzo nella categoria). La finale finisce come preventivato: successo strameritato di Adam, applausi, sorrisi e stretta di mano ad un grande campione. Credo di essermi divertito molto con lui: avversario con il quale finalmente fare un combattimento serio e tecnico, geniale! Unico, piccola grande nota dolente, è l’atteggiamento francamente incomprensibile di alcune persone che, per qualche strana ragione, durante la mia finale mi tifano contro (e ci sta) prendendomi in giro (qui no) urlando come scimmie (e qui no) ad ogni colpo forte da me subito. Cosa che abbiamo notato io, i miei compagni, i ragazzi della Lombardi (attoniti) e, persino di altri paesi:  non una bella figura, insomma! Ma lasciamo stare.

Purtroppo, così concentrato sulla super categoria maschile non ci rendiamo conto che negli altri tatami Phale Bao guadagna un bronzo nella femminile ed uno strepitoso Raffaele Garrini di Asola, vince l’oro sbaragliando la concorrenza. Dovendo scegliere il miglior italiano a Meaux, per spirito e risultati, lui è uno dei seri indiziati: vo sinh silenzioso e gentile, coraggioso e mai domo. Persona d’altri tempi!

La giornata si chiude poi con la gara a squadre nella quale siamo sorteggiati subito contro la Polonia. Elaboriamo una strategia vincente grazie alla grande collaborazione di Carletto Bao che si sacrifica come carne da macello contro Adam. Come previsto poi  Raffaele Garrini vince il secondo match, lasciando a Ricky l’onere di chiudere il discorso. Purtroppo, i mille incontri fatti si fanno sentire il buon Riccardo non riesce a tenere un polacco di 90 e passa chili. Peccato perché ci stavamo riuscendo. 

Sconfitti, dobbiamo tirare subito con la Germania. Anche qua strategia geniale  ma egual risultato. La carne da macello sono io contro il capitano tedesco; poi sempre monologo italiano con Raffaele e di nuovo match point in mano ad un esausto Ricky che viene sconfitto di misura da un tedesco tanto pimpante quanto determinato.

 Come sempre, comunque, molto divertente il clima delle gare a squadre: sorrisi, pacche sulle spalle e tanto tifo dagli spalti: grazie ai ragazzi del Veneto e della Lombardia per averci caricato. Peccato fossero solo loro però.

 

Ed in men che non si dica, fra scazzottate da far west e zuffe da incontri clandestini, si arriva alle 7 di sera. Corsa in hotel per lavarsi e, nemmeno il tempo di sentire affiorare i primi dolori ed i primi inconfondibili segni e siamo in un self service per la serata di Gala. Tra un brindisi e l’altro si può dire che questo sia il passo finale dell’Europeo 2012: alcuni partiranno l’indomai, qualcuno purtroppo è già partito. Non rimane che alzare i calici, dimenticare imcoprensioni e delusioni e stringerci tutti assieme, in nome del Viet Vo Dao, alla fine, sempre e comunque, il vincitore di ogni nostra gara.

 

E’ stato un europeo abbastanza strano. E’ bello vedere la grande “solidarietà” francese nell’organizzazione. Ci sono state delle cose che non hanno funzionato, ma ce l’hanno messa tutta. Tutti gli istruttori hanno collaborato, aiutando come staff, dando passaggi agli alteti. C’è stata una collaborazione totale da parte di tutti, dalle cinture alte ai nuovi iscritti. Questo è un grande insegnamento da carpire dai nostri fratelli transalpini: in molte cose danno un totale senso di unione che, in tutta onestà, la nostra spedizione –seppur molto, molto vincente- non ha completamente lasciato trasparire. Per il resto, obbiettivamente, non una bellissima gara. 

 

I propositi sono stati ottimi, i risultati non molto: è comunque un momento di crescita. Provando ad orgnizzare, a proporre eventi, si fa comunque crescere un’arte marziale. E di questo non possiamo che ringraziare gli amici di Francia. Merci, mon amis

 

Marco

 

 



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